Chiamatelo telefono...
Parlare con uno sconosciuto dall'altro capo del mondo, attraverso una cabina telefonica che inizia a squillare in mezzo alla strada e attira un ignaro passante. Che, incuriosito, risponde...
Con questo sogno in testa è nata qualche anno fa la stravagante idea di Mark Thomas, un concertista americano che ha tradotto in un sito internet il suo progetto. Si chiama Payphone-project.com e raccoglie in un archivio online più di 500mila cabine telefoniche sparse in tutto il pianeta, della gran parte delle quali (soprattutto negli Usa) l'ideatore pubblica anche l'elenco dei numeri di telefono, in modo che chi è attirato dall'impresa possa provare a telefonare davvero da una trafficata via di New York a una cabina sperduta in qualche campagna di un Paese del Terzo mondo. (Questo esperimento non può praticarsi in Italia, dove le cabine telefoniche non sono abilitate alle chiamate in arrivo, ndr).
Ma col passare del tempo il sito, che ha attirato via via sempre più aficionados, è diventato una specie di comunità virtuale che permette di scoprire, attraverso le immagini, le diverse fattezze di una cabina telefonica nei differenti Paesi in cui si trovano.
E dagli stili delle cabine - si va dal Giappone, all'Uganda (divertente la cabina galleggiante su una barca sul Lago Vittoria), dalla Nuova Zelanda alla Grecia - si riesce a sbirciare qualcosa di inedito del costume di una società. Un'ennesima lente di ingrandimento, insomma, per mettere a fuoco qualcosa di diverso e lontano. Che ci affascina. Guardate le foto e capirete...
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